Pronto Soccorso, 5-15% accessi dovuti a reazioni avverse farmaci
Sifo, 'farmacista può aiutare prescrittore nella rivalutazione'
Tra il 5 e il 15% degli accessi ai pronto soccorso sono legati ad eventi avversi da farmaci, in particolare a causa di prescrizioni inappropriate. Il farmacista ospedaliero e dei servizi farmaceutici territoriali, può però svolgere una funzione positiva per contribuire ad una migliore aderenza alla terapia. Se ne è parlato in occasione del XLV Congresso Nazionale della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (Sifo), durante un focus su aderenza e deprescrizione. "L'interazione farmacologica può ridurre o amplificare gli effetti dei medicinali assunti contemporaneamente oppure determinare un effetto (negativo) non voluto. È noto dai dati di letteratura - spiega Barbara Meini, membro del Consiglio direttivo Sifo e Coordinatrice per l'Editoria scientifica della Società - che una percentuale tra il 5 e il 15% degli accessi ai pronto soccorso sia legata ad eventi avversi da farmaci (es. stati soporosi, cadute), in particolare a causa di prescrizioni inappropriate". Il farmacista, attraverso i dati di prescrizione e dispensazione dei medicinali, può supportare il prescrittore all'atto della rivalutazione "fornendo informazioni utili ad integrare i dati clinici di follow-up al fine di confermare l'opportunità o meno di proseguire nel trattamento", e "favorire l'empowerment fornendo informazioni utili per la gestione autonoma della propria terapia, sia per l'assunzione che per la gestione della tollerabilità", ha aggiunto l'esperta. In tema di deprescrizione (o 'deprescribing'), come concetto complementare all'aderenza, un approccio finalizzato all'ottimizzazione del trattamento farmacologico: "L'assunzione contemporanea di più di cinque farmaci (condizione nota come 'politerapia') per trattare patologie croniche- continua ancora Meini- in particolare nella popolazione anziana, determina molteplici problemi. L'uso contemporaneo di molti farmaci diversi può infatti portare a errori terapeutici o indurre il paziente a sospendere in maniera autonoma i trattamenti farmacologici, riducendo quindi l'aderenza. In questo contesto la deprescrizione e l'aderenza divengono complementari l'una all'altra". Ad oggi, sono disponibili i criteri internazionali di Beers, Stopp e Start, che sono un supporto utile alla valutazione e revisione di co-somministrazioni potenzialmente inappropriate. Quanto ai limiti in generale della deprescrizione sono "culturali, in quanto ancora oggi i criteri sono scarsamente (o per nulla) conosciuti dai medici e dagli altri operatori sanitari, per cui è necessario fare formazione a partire dal percorso universitario, oltre che di sistema", conclude.
(A.Lehmann--BBZ)