Iss e Off insieme per un registro sulle fratture da fragilità
Impattano su Servizio sanitario nazionale per 10 miliardi l'anno
Un registro nazionale per fratture da fragilità, principalmente osteoporosi, che consenta migliore codifica, natura e monitoraggio della patologia, al fine di intervenire nel migliore dei modi per la sua prevenzione e trattamento. Questo uno degli obiettivi della possibile collaborazione tra Istituto superiore di sanità (Iss) e Osservatorio fratture da fragilità (Off Italia), che all'argomento ha dedicato oggi il convegno 'L'impegno italiano per le fratture da fragilità' presso l'Iss a Roma, alla presenza, tra gli altri, del ministro della Salute Orazio Schillaci, del presidente Iss Rocco Bellantone e di quello dell'Aifa Robert Nisticò. "Le fratture da fragilità che interessano la popolazione di età avanzata e i pazienti affetti da malattie rare dell'osso rappresentano un serio problema di salute nella popolazione italiana", ha sottolineato Bellantone. "Attualmente, si stima che le fratture da fragilità possano impattare sulla spesa sanitaria del nostro Paese per un importo di circa 10 miliardi di euro all'anno con un possibile trend in crescita legato all'invecchiamento". Una cifra che, come ha esposto Jean Yves Reginster (Esceo), si divide in 5 miliardi e mezzo di costi diretti, 3,75 miliardi a lungo termine per le disabilità e 260 milioni in farmaci associati, per un costo pro capite (al 2019) di 156,3 euro, +21% rispetto ai 129,1 del 2010. "Il registro", ha spiegato il Dg Iss Andrea Piccioli, "può essere un formidabile strumento programmatorio che consentirà anche di misurare l'efficacia degli interventi messi in campo e capire come aiutare al meglio i pazienti". In futuro, ha aggiunto, "si svilupperanno tecniche sempre meno invasive e il soggiorno in ospedale diventerà sempre più breve. La multidisciplinarietà sarà una delle chiavi di volta di questo sviluppo del futuro". Per la costruzione del registro si può partire dal lavoro già fatto. "Il Registro ArtroProtesi raccoglie nelle regionii dati delle fratture di femore trattate con protesi (30% di tutte le fratture di femore)", ha affermato Marina Torre, responsabile scientifica del Registro italiano protesi impiantabili (Ripi). "Abbiamo progettato il registro Ridis che raccoglierà le fratture vertebrali. Con un adeguato rafforzamento, questa infrastruttura potrebbe essere la base per un'ipotesi di futuro Registro delle fratture da fragilità".
(T.Burkhard--BBZ)