Il parassita della toxoplasmosi veicola farmaci nel cervello
Modificato anche grazie a ricercatori italiani
Il parassita della toxoplasmosi, naturalmente capace di viaggiare dall'intestino umano al sistema nervoso centrale, è stato reso innocuo e ingegnerizzato per trasportare proteine terapeutiche nel cervello, superando la barriera ematoencefalica. Il risultato, che potrebbe aprire nuovi scenari per il trattamento delle malattie neurologiche, è pubblicato sulla rivista Nature Microbiology da un team internazionale che comprende anche un gruppo di ricercatori italiani, dell'Università Statale di Milano e di Human Technopole, coordinati da Giuseppe Testa. Lo studio rappresenta un importante passo avanti verso l'impiego di proteine terapeutiche, la cui somministrazione alle cellule e ai tessuti bersaglio risulta complicata dalle loro grandi dimensioni, dalle interazioni con il sistema immunitario dell'ospite e dalla necessità di aggirare diverse barriere biologiche. Una delle più difficili da superare è la barriera ematoencefalica, un filtro sofisticatissimo che protegge il sistema nervoso centrale selezionando le sostanze che possono passare al suo interno dal circolo sanguigno. Ricerche precedenti avevano dimostrato che il parassita Toxoplasma gondii può veicolare proteine nelle cellule dell'organismo ospite, ma non era chiaro se potesse essere modificato e sfruttato come vettore per trasportare diverse proteine terapeutiche di grandi dimensioni. Per verificarlo, i ricercatori hanno messo a punto una strategia mirata a sfruttare i due organelli secretori del parassita: in particolare, hanno selezionato alcune proteine ;;situate negli organelli e le hanno fuse insieme a proteine ; già note per la loro capacità di trattare alcune malattie neurologiche umane.
(L.Kaufmann--BBZ)