Primi occhi per il cacciatore europeo dei sosia della Terra
Realizzati in Italia per l'osservatorio spaziale Plato dell'Esa
Ha i primi cinque dei suoi 26 occhi, l'osservatorio Plato dell'Agenzia Spaziale Europea destinato a cercare i pianeti sosia della Terra, scandagliando porzioni del cielo così ampie da poter osservare 200mila stelle alla volta. Destinato a essere lanciato nel dicembre 2026, questo osservatorio spaziale senza precedenti si sta arricchendo del suo corredo più prezioso: le telecamere che gli permetteranno di riconoscere le minime oscillazione di luce che i pianeti provocano quando passando davanti alla loro stella e di raccogliere dati sulle caratteristiche della loro atmosfera, compresa la composizione chimica e, con essa, eventuali spie della presenza di vita. "Dei 5.700 pianeti esterni al Sistema Solare finora scoperti, nessuno di quelli che si trovano nella zona abitabile è simile alla Terra per raggio e massa", ha detto Ana Heras, responsabile scientifica della missione Plato per l'Esa, nell'evento organizzato nello stabilimento della Thales Alenia Space a Cannes, dove il satellite si trova in fase di integrazione. Plato è una missione che parla anche italiano perché le unità ottiche dei 26 telescopi di Plato sono realizzate da Leonardo a Campi Bisenzio (Firenze) sotto il coordinamento dell'Agenzia Spaziale Italiana e la supervisione dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, con la collaborazione dell'Università di Berna, Thales Alenia Space e Medialario. Le telecamere sono fra le peculiarità di questo cacciatore di sosia della Terra, ha detto Thomas Wallonschek, responsaile della missione per l'Esa. "E' una missione unica - ha aggiunto - perché le 26 telecamere saranno untate simultaneamente sulla stessa area di cielo, garantendo in questo modo una precisione senza precedenti"
(G.Gruner--BBZ)