Lucy, a 50 anni dalla scoperta ha ancora segreti da svelare
Esperto: 'Ha rivoluzionato le prospettive sull'evoluzione umana'
Sono passati 50 anni da quando, il 24 novembre 1974, Lucy venne scoperta in Etiopia. I resti di quello che allora era il primo ominide, rappresentante della specie Australopithecus afarensis, sono stati studiati ininterrottamente e hanno ancora molti segreti da raccontare. "La scoperta di Lucy ha completamente rivoluzionato le conoscenze e le prospettive sull'evoluzione umana, spostando indietro di 1 milione di anni il momento nel quale si pensava avesse avuto origine la famiglia umana e infrangendo per la prima volta la barriera temporale dei 3 milioni di anni", dice all'ANSA l'antropologo Jacopo Moggi Cecchi, professore all'Università di Firenze. "Penso che ci sia ancora molto da scoprire, adesso - aggiunge - abbiamo a disposizione nuove tecniche analitiche che consentono di esaminare l'interno delle ossa, da cui sarà possibile ricavare nuove informazioni". All'epoca della sua scoperta Lucy ebbe un impatto dirompente: era considerata la prima antenata diretta del genere Homo. Il suo posto all'interno della famiglia umana è però cambiato nel corso del tempo, anche perché sono stati scoperti i resti di altre specie di ominidi che vagavano in Africa nello stesso arco di tempo in cui è vissuta Lucy. "Quella è stata un'ipotesi passeggera - commenta Moggi Cecchi - adesso A. afarensis è considerato da molti un antenato comune ai due generi Homo e Australopithecus".
(Y.Berger--BBZ)